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view post Posted on 12/7/2011, 00:22 by: Alexandra Stempford©Quota ~
La psicologia dei serial killer è tema studiato e ormai ben inquadrato: analizzando il modus operandi dell'S.I. (soggetto ignoto) si può riuscire a capire se lo fa per libidine, per traumi infantili, o altro.
Ma quando ad uccidere, è un bambino?

Mary Flora Campana ha 11 anni, è inglese: l'aspetto che la caratterizza, è certamente la rabbia profonda e il desiderio smanioso di fare del male agli altri.
Forse, Mary sarebbe potuta diventare la nuova Aileen Wuornos, ma a contrario di quest'ultima, uccide per la prima volta in tenera età e cioè alle porte dell'adolescenza. La ragazzina è figlia di una famiglia di spostati, di persone mentalmente non ci stanno: gli abusi, la violenza fisica e sessuale in quella casa sono all'ordine del giorno e Mary Flora, cresce con una rabbia e un risentimento costante e crescente.

Nora Bell è l'amica del cuore di Mary Flora e stanno giocando insieme: la bambina, vede un giovane ragazzino, che sta saltellando su di un muretto. Mary, assecondando il suo bisogno di fare del male, convince l'amica a spingere il bambino giù dal muretto, ferendolo gravemente. Per gli investigatori, si trattò di un incidente, di un gioco tra bambini finito male. Chi ha figli sa che i bambini possono farsi del male giocando, ma giocando però.
Martin Brown invece ha 4 anni e non sarà così fortunato: Mary Flora lo ucciderà a sangue freddo, ma anche in quel caso l'indagine terminerà con una chiusura. Era solo un gioco finito male. Mary però, come se non bastasse, e come uno dei più crudeli e adulti serial killer, si presenta a casa del piccolo durante i funerali casalinghi e fissò la bara aperta per qualche minuto, senza che nessuno si rese conto di quell'inquietante gesto.
Non fanno in tempo a passare nemmeno due mesi, che Brian Howe, 3 anni, muore strangolato a morte: successivamente, dopo che il bambino ha smesso di respirare, qualcuno, armato di forbici, si è accanito sia sulle sue gambe, che sul suo stomaco. Fino ad asportarli entrambi. Immediatamente, gli investigatori capiscono che non sono mani da adulto quelle che hanno reciso le gambe e lo stomaco del piccolo Brian. Facendo una ricerca a tappeto, gli inquirenti si ritrovano di fronte a Mary e Nora, che vengono immediatamente arrestate. La bambina, resta bambina e quindi di fronte alla voce grossa di qualche poliziotto, cede immediatamente: Nora giura di non aver mai partecipato, ma di aver solo visto quello che Mary faceva ai bambini.
Mary Flora Campana invece è impassibile, con l'aria maligna e risaputa sia durante gli interrogatori che durante i processi.

Nel 1968, Mary, 11 anni, viene condannata per duplice omicidio.
"La sua", come verrà definita dagli psichiatri, "è

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Comments: 0 | Views: 439Last Post by: Alexandra Stempford© (12/7/2011, 00:22)
 

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view post Posted on 12/7/2011, 00:03 by: Alexandra Stempford©Quota ~
Aileen Wuornos è un serial killer, donna. Su di lei circolano ancora oggi molte leggende, molte dicerie, molte delle quali false, altre invece da verificare che non si potranno verificare.
Quando si parla di donne, in questa sezione e nelle cartelle del'FBI o di qualsiasi altro ente di tutela, si presuppone che queste assassine abbiano agito con mezzi... soft. Le donne non sono quelle che uccidono con coltelli, pistole, mannaie e via discorrendo, ma di solito uccidono nel sonno, con il veleno, o sbucano dall'ombra con una mazza da baseball e fanno fuori il malcapitato/a di turno. Non è nella psicologia femminile il sangue, l'aggressività, lo scontro diretto che le metterebbe la maggior parte delle volte in difficoltà proprio perchè fisicamente inferiori ad un uomo.
Invece Aileen è particolare, è un caso unico: uccideva sconosciuti e uccideva con una pistola. Uccidere un parente o un familiare, significa conoscere le sue abitudine, la sua forza, i punti deboli... Aileen uccideva sconosciuti, molto rischioso; e uccideva con una pistola.
Un serial killer fuori dal comune, non c'è nemmeno da discutere.

Aileen Carol Pittman nasce il 29 febbraio 1956: ha una famiglia particolare... difficile.
Il padre, Leo Dale Pittman è un pedofilo, psicopatico morto suicida in prigione nel 1969, quindi non la conoscerà mai.
Sua madre invece, Diane Wuornos forse è più folle di lui, visto che l'ha sposato a soli 15 anni: dopo qualche tempo, e precisamente 2 mesi prima della nascita di Aileen, la donna chiese e ottenne il divorzio.
La bambina non rimarrà con la madre: infatti, Diane non era portata per fare la madre e decide così di liberarsi dei figli, Aileen e suo fratello Keith, ai suoi genitori. Lauri e Britta Wuornos.
Aileen è convinta che quelli siano i veri genitori ma a 12 anni, scopre la verità e questo crea in lei un profondo shock che da vita ad un disagio vero e proprio. In più si aggiunge la famiglia, non proprio perfetta: il nonno è alcolizzato, severo fino alle frustate.
A sei anni, Aileen gioca con l'acido e fiammiferi.... così si procura uno sfregio permanente.
Figlia di questi traumi, la bambina inizia ad avere rapporti sessuali con il fratello e dopo anni, Aileen inizia a fare sesso con chi capita: fin quando, all'età di 13 anni, resta incinta.
Quello stesso anno muore la nonna, così depressa da gettarsi anch'essa nella spirale dell'alcool. Strana la reazione del marito, che pur vedendo la moglie agonizzare a terra, non chiama l'ambulanza perchè costa troppo. L'uomo morirà pochi anni dopo, suicida e anche il fratello Keith, muore di cancro alla gola.
Adolescente, Aileen rimane sola: questo le fa iniziare una vita disagiata e fatta di passaggi in autostop e prostituzione.

Diventata ormai una donna, aggiungerei vissuta, a 20 anni, Aileen trova Lewis Fell, 69 anni, presi...

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view post Posted on 11/7/2011, 22:51 by: Alexandra Stempford©Quota ~
Nella fredda e nebbiosa Padova, Michele Profeta uccide e scompare.

Michele Profeta nasce a Palermo, nel 1947: la sua infanzia è qualcosa di oscuro ai più, perché anche dopo il suo arresto, non venne mai analizzata con attenzione. Il fatto lampante è che Michele, secondogenito in una famiglia borghese palermitana, ha un rapporto a senso unico con la madre: da amore ma non ne riceve. Una donna autoritaria sua madre, chiusa, ottusa, con un visibile, maestoso, amore spassionato per il primogenito, ignorando Michele, a cui riportava in continuazione l’esempio di vita del fratello maggiore.
Profeta risentirà sempre di questo legame mancato, di questo amore dato ma mai restituito.
La madre, oltre ad essere assolutamente di parte tra i due, era di oltre 40 anni piu grande dei figli quindi la capacità di comprensione, immedesimazione, mancava miseramente.
Michele comunque cresce: diligente, educato, mai sopra le righe, non alza mai la voce per abitudine perché la cosa lo infastidisce. Il ragazzo è assennato, preciso, calmo, e questo lo porta ad essere oggetto di contesa tra le ragazze della borghesia di Palermo.
Si sposa in gioventù, ma il matrimonio è mal visto dai parenti, in special modo da quella madre matriarca, il cui dissenso culmina nella decisione di Michele di capitolare quelle precoci nozze che gli avevano dato anche due figli maschi che negli anni seguenti troncarono il rapporto con il padre con la semplice frase “La mamma mi ha detto di non parlare con gli sconosciuti”.

Michele Profeta consegue il diploma di liceo classico e successivamente inizia a lavorare: ha successo e la sorte sembra sua fidata amica.
Profeta ama le belle donne, la bella vita, le belle auto. Diventa un imprenditore di successo e vive nel simil lusso: è amato dalle donne, ma nel frattempo si è sposato di nuovo. Stavolta con Concetta Mordino che gli ha dato due figli.
Tutto sembra andare per il verso giusto: moto, un auto rossa fiammante, cene, abiti eleganti anche in ambienti informali, fascino, una bella famiglia. Michele Profeta ha tutto, ha tutto quello che vuole.
Infatti, Michele, quel ragazzo ora uomo dai comportamenti educati e riservati, è diventato un narcisista o lo è semplicemente sempre stato. Ama dare di sé l’immagine dell’uomo vincente, di chi tiene tutto e tutti sotto controllo, che ama avere in mano il comando, che ha bisogno di essere stimato, invidiato, conteso, ma soprattutto ammirato.
Purtroppo però, la sorte gira le spalle a Profeta e così comincia il declino: l’uomo che ha bisogno costante di essere ammirato e stimato, inizia a registrare insuccessi finanziari, infatti il lavoro non procede bene da un po’ e per l’invidiato palermitano iniziano la depressione, gli attacchi d’ansia, vari problemi di salute dati proprio dalla preoccupazione per il lavoro. Qualche assegno in bianco, qualche trucchetto fisc...

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view post Posted on 11/7/2011, 22:36 by: Alexandra Stempford©Quota ~
Signori e signore, vi presento (ma molto probabilmente già lo conoscete) il "macellaio di Plainfield"... Edward Theodore Gein.

Ed Gein nasce il 27 agosto 1906, a La Crosse nel Wisconsin: la madre, Augusta, è una donna molto religiosa, molto salda, ferma, severa. Si dirà più avanti che lei "allevava figli come si fa con i futuri psicopatici". E-d infatti...
Comunque, Augusta ha due figli: Henry e Ed, che crescono seguendo passo passo la Bibbia ed i suoi insegnamenti. La madre infatti, si ripete, è molto religiosa: per lei ci sono peccatori ovunque, l'unica salvezza dall'Inferno è la Bibbia e la fede in Dio, inoltre le donne erano essere diabolici e peccaminosi (e scusate, lei che era? un cinghiale? bah).
Il padre, George, era un violento, scansafatiche, alcolizzato che in pratica non sapeva mettere insieme pranzo e cena. Si affidava al lavoro della moglie, in una drogheria, per continuare a campare.
Gli istinti dei due bambini poi ragazzi, vennero soffocati, come tutta la loro infanzia, come tutta la loro adolescenza, creando così dei danni a livello psicologico. Qualcosa che porterà uno di loro ad essere "colui che ha scandalizzato l'America".

Nel 1914, c'è il salto di qualità della famiglia: almeno sotto il punto di vista economico. Augusta riesce a comprare una fattoria, 195 acri di terreno poco distante da Plainfield. Perchè questa scelta? Bè... di certo non era solo un vantaggio economico quello di trasferirsi in un deserto straziante, dove per trovare il primo vicino devi fare almeno 3 miglia.
Augusta infatti, era stanca di vedere i propri figli che entravano a contatto con gli altri: non voleva che Ed e Henry facessero amicizia, non voleva che crescessero, che avessero le loro esperienze, che trovassero... chissà, una fidanzatina. La donna, fanatica religiosa, leggeva tutti i giorni dei passi dell'Antico Testamento ai due figli, specialmente pezzi che riguardassero la morte, gli assassinii, ed il perdono divino. Li teneva chiusi in casa, avevano il permesso di uscire solo per andare a scuola, inoltre diceva loro che tutte le donne (tranne lei, che era la Vergine Maria in terra -.-) erano ovviamente prostitute e che dovevano tenersi alla larga. Tollerava e giustificava i rapporti sessuali, solo ai fini ricreativi.
Appurato che questa donna era pazza, possiamo anche continuare.
Ed è un ragazzo timido, effemminato addirittura, dolce direi: non ha amici, non ha nessuno con cui parlare e quando riesce a stringere un legame con qualcuno, quella pazza di sua madre lo punisce, lo picchia e comincia uno dei sermoni religiosi che finirà sicuramente con un'illuminazione mistica che le suggerirà di stringere la cinta della severità ancora di un passante. Nonostante questo, Ed ha un amore immenso per la madre, un attaccamento quasi morboso, strettissimo, viscerale, devoto: talmente tanto,...

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Comments: 0 | Views: 292Last Post by: Alexandra Stempford© (11/7/2011, 22:36)
 

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view post Posted on 11/7/2011, 22:32 by: Alexandra Stempford©Quota ~
Continuo la piccola dedica ai serial killer d'oriente.

Questa faccia sveglia appartiene a Issei Sagawa e merita di stare qui quanto e forse più di tutti gli altri: ha ucciso solo una volta, quindi non dovrebbe essere tecnicamente un assassino seriale, ma quello che ha fatto, merita di essere ricordato come e quanto Albert Fish, Charles Manson, Ed Gein e via discorrendo.

Issei Sagawa, nasce l'11 giugno del 1949 e tutto quello che fece prima dell'omicidio, onestamente non merita nemmeno mensione: vita abbastanza anonima e molto pallosa.
E' uno studente giapponese e studia letteratura inglese all'università della Sorbona a Parigi: una struttura molto prestigiosa, dove comunque si entra se si hanno delle capacità della volontà, diciamo... con i controcavoli.
Issei invita una compagna per studiare insieme: devono rivedere delle poesie prima dell'esame di fine anno, e magari studiando insieme, ci si riesce meglio.
La ragazza si chiamava Renée Hartevelt, anche lei studiava letteratura inglese ed era una gran bella ragazza onestamente parlando.

Mentre studiavano, Issei si alza, accende il registratore che fornirà la prova audio di tutto, prende un fucile e spara. Così, dal nulla, senza che niente avesse fatto pensare a tanta violenza, nè a risentimenti nei confronti della giovane.
Dopo averla uccisa, fece sesso con il suo cadavere e strappo la carne dalle sue ossa, per poi mangiarla. Tolse dal corpo una massa pari a 7 chili.
Vi posto delle immagini, ma se siete impressionabili, anche difficilmente, vi sconsiglio la visione:
- Immagine;
- Immagine;
Più di questo, onestamente non mi sento di mostrarvi, se volete vedere più foto riguardo il ritrovamento, basta cercare su internet. So che è molto "scarica barile" la cosa, ma sono immagini veramente crude.
CI sono anche altre foto, che non so se siano state pubblicate ma credo di si, che sono state fatte proprio da Sagawa stesso, dopo aver sparato alla sua vittima: cucinò i seni, le braccia, le cosce, e in alcune foto si può vedere il piatto (modello "la prova del cuoco") con contorno di piselli e patate.
Durante quella notte, Sagawa si sentì urlare in tutto il vicinato, per la gioia: aveva sempre sognato di mangiare un corpo umano. Tanto che, anni prima, si era introdotto nella camera di una compagna, con l'intento di ucciderla e morderle il sedere.

Non è solo questo che sconvolge, anche questo però, è tutto il resto della storia che fa rimanere di sasso.
L'assassino venne arrestato, ma vista la sua struttura corporea e...

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Comments: 0 | Views: 157Last Post by: Alexandra Stempford© (11/7/2011, 22:32)
 

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view post Posted on 11/7/2011, 22:29 by: Alexandra Stempford©Quota ~
Allora, oggi vorrei fare un piccolo spazio "oriente", postando un paio di serial killer con gli occhi a mandorla...o quasi.
Comunque.

Questo è Tsutomu Miyazaki, pedofilo e cannibale, soprannominato "Il mostro di Otaku".
Tsutomu nasce il 21 agosto del 1962, prematuramente: il suo peso si aggira intorno ai 2 chilogrammi e 200 e ha una deformazioni alle mani che non gli permette di piegare i polsi verso l'alto.
E' un bambino solitario, tranquillo, studioso: ottenne sempre i voti più alti, dalla scuola elementare di Itsukaichi, fino al liceo Meidai Nakano High School dove poi però il suo rendimento scolastico crollò in modo drastico. Infatti, come più o meno tutti i ragazzi studiosi (purtroppo) viene perseguitato dai bulletti della scuola, che non mancano mai l'occasione di sottolineare il suo "difetto": questo fa nascere in lui un peso, un peso enorme che lo accompagnerà per tutta la vita.
Al liceo, aiutato dal padre (editore del piu importante quitidiano della zona e molto vicino alla politica di paese), Tsutomu si appassionò ai fumetti: talmente tanto, da disegnarne perfino uno proprio. Inoltre, iniziò a lavorare per una tipografia e divise una depandance con la sorella minore, per avere maggiore solitudine.

Il calo di rendimento non gli permette di frequentare la Meiji University, per studiare inglese e diventare insegnante, che era il suo sogno; ripiega così per un college vicino la sua città, per diventare foto - tecnico.
Al college, inizia anche il suo rapporto con le donne, anzi il "non" rapporto: fino a quel momento, Tsutomu non aveva mai avuto contatti con una donna, perchè evidentemente non sentiva in grado di poter stare accanto ad una donna a causa dei suoi difetti fisici: un compagno del ragazzo, dopo il suo arresto, ricordò che Tsutomu aveva il pene non piu lungo di uno stuzzicadenti, e non piu grande di una matita. Come abbia fatto a vederlo, o se gli sia stato mostrato, non è dato a noi saperlo, però i dubbi ci rimangono : )
Seriamente. Nonostante tutto, Tsutomu aveva degli istinti sessuali, giustamente, come tutti: anzi no. Aveva appetiti sessuali al di sopra della comune media.
Durante il periodo universitario infatti, era stato più volte sorpreso a fotografare la biancheria delle tenniste: il suo mondo era fatto di sogni, desideri repressi, fotografie rubate, visioni dal buco della serratura e ovviamente il classico materiale pornografico.
Una volta stanco di tutto questo, anche perchè dopo una vita di porno ci si rompe anche un po' la minchia, Tsutomu decise di seguire maggiormente la sua natura.
La cosa più orrida e disgustosa di tutti, a mio parere.
Stufo del porno, che vedeva tra i protagonisti solo adulti, passò alle riviste dedicate alle ragazzine: ora, pro o contro questa cosa si può solo che farne la cronaca, ma comunque la legge giapp...

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Comments: 0 | Views: 71Last Post by: Alexandra Stempford© (11/7/2011, 22:29)
 

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view post Posted on 11/7/2011, 22:09 by: Alexandra Stempford©Quota ~
Avete paura degli ospedali, dei dottori, degli infermieri??
Ecco, vi consiglio di non leggere XD

Scherzi a parte...vi parlerò finalmente di un serial killer italiano, anche se c'è poco gusto. Per chi, come me, ama questi soggetti, queste persone, per coloro a cui piace studiare le loro mosse, l'Italia è un paese che offre poco.
Come in ogni ambito insomma... xD

Lei, è Sonya Caleffi.
Uso il termine "è" perchè vive, respira, abita, esiste.

Infatti, Sonya nasce a Como, il 21 luglio 1970: è figlia unica, in una famiglia tranquilla, borghese. Una famiglia senza problemi, senza nessuna macchia.
Sonya cresce in un ambiente tranquillo, i genitori vanno d'accordo e lei viene ricordata come una ragazzina molto dolce, affettuosa, a cui piace aiutare gli altri.
Questa è la cosa che tutti notano da subito: Sonya è gentile con gli altri, li aiuta, si preoccupa per loro.
E' un vero angelo.

I primi problemi di quella ragazzina matura, responsabile, gentile, dolce, si vedono intorno all'età di 15 anni.
Sonye putroppo inizia a soffrire di anoressia: si taglia spesso i capelli, cambia molto velocemente colore (sintomo d'instabilità) e subito dopo cade in depressione, che la spingerà verso la terapia psichiatrica. Terapia che durò per molti anni.

Nel 1990, Sonye frequenta i corsi di specializzazione in infermieristica e li conclude nel 1993 (fortunata a lei che con tre anni ha finito -.-"): fa stage, tirocini, frequenta l'ospedale di Valduce di Como, vicino casa.
Ma Sonya non è ancora felice: sta per diventare infermiera, il sogno della sua vita, la sua vocazione, quel desiderio smanioso di aiutare le persone che colpisce (o dovrebbe colpire) coloro i quali sentono dentro quella spinta per fare questo lavoro. Manca però qualcosa, qualcosa di molto importante.
Arriva quando il nostro angelo Sonya ha 23 anni: lui fa il falegname, vive a Cernobbio, ed insieme sono molto felici. Dopo appena 6 mesi di fidanzamento, i due decidono di sposarsi, ma non sarà una buona idea... i continui litigi, anche violenti, spingeranno Sonya a chiedere il divorzio.
Sonya ha 24 anni. Conosce un radiologo, nell'ospedale dove lavora. Dopo poco i due decidono di stare insieme e di vivere addirittura insieme, da lui, a Tavernerio.
Ma Sonya non sta bene, è stressata, è stanca, è scarica.... si sente depressa, mangia poco, quindi sceglie di stare a casa. Decisione pessima la sua, visto che dopo poco inizierà a sentirsi quasi una carcerata. Ovviamente, anche questo amore naufraga.

Sonya si chiude, non esce, decide di non frequentare gli altri: intanto, è arrivato il 1994 e il nostro angelo prende servizio all'ospedale di Velduce, nel reparto di endoscopia digestiva.
Tutti la descrivono come una ragazza insicura, che piange, che non sa affrontare le difficoltà, allo stesso tempo mo...

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Comments: 2 | Views: 430Last Post by: Giuliano Paluan (5/8/2014, 02:36)
 

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view post Posted on 11/7/2011, 22:05 by: Alexandra Stempford©Quota ~
La prima serial killer donna sull'Ombra, non poteva essere che lei: Erzsébet Bàthory.

La contessa sanguinaria, come viene ricordata da tutti, è la serial killer donna che ha fatto più vittime. Il numero preciso non si sa, ma si sa che si aggira intorno alle 650 persone.
Una gran stronza, passatemi il termine.

La nostra altezzosa contessina nasce a Nyírbátor 7 agosto 1560 e in Ungheria c'è il caos: gli Asburgo e i turchi ottomani vogliono conquistare sia l'Ungheria che la Romania ed è proprio per questo motivo che i Bàthory si trasferiscono in Transilvania, dallo zio.
Il Principe, cioè lo zio, è un uomo violento, brutale, ma d'altronde... tutta la sua famiglia ha dei seri problemi. Il fratello della contessina è un maniaco sessuale; sua zia è stata incarcerata perché strega e lesbica; uno zio è un alchimista e un adoratore del demonio; e infile la balia, che avrà ricevuto l'influenza non si sa, ma è dedita alla magia nera, e si dice utilizzi sangue e ossa di bambini per fare degli incantesimi.
A causa della consanguineità, Elisabeth(come viene chiamata tutt'ora) soffre di epilessia, disturbi mentali, schizofrenia. Gli atti violenti a palazzo sono frequenti, condanne a morte e assassini sono all'ordine del giorno e quindi, la bambina cresce in un ambiente di violenza, ma una violenza diversa... intesa quasi come giusta, come simbolo della propria superiorità.

A 11 anni si fidanza con Ferenc Nádasdy, che ha 7 anni in più di lei, con il quale andò a vivere nel castello di Nádasdy di Sárvár nell'Ungheria e con il quale si sposerà l'8 maggio 1575.
Il marito era una persona cattiva, sadica, violenta, che picchiava e torturava i propri servi, che era in grado di cospargere giovani donne di mieie e abbandonarle legate accanto alle arnie. Ferenc era spesso in guerra contro i turchi e il castello fu affidato ad Elisabeth.
Non ebbe figli per i primi 10 anni di matrimonio, ma poi ebbe 3 figlie e 1 figlio, con i quali si comportò sempre in modo molto protettivo. Ovviamente, non si conta come figlio legittimo, ma Elisabeth ebbe un figlio con un contadino all'età di 14 anni: questo bambino venne affidato al padre, e direi ringraziando il cielo.

Durante le prollungate assenze del marito, Elisabeth frequentò sua zia, Karla, che la introdusse in un mondo relativamente nuovo: quello delle orge. In quel periodo conobbe Dorothea Szentes, che divenne successivamente la sua balia, e grazie a questa e al suo servo Thorko, Elisabeth si avvicinò alla magia nera.
La prima mossa della contessa sanguinaria, fu quella di procurarsi una pergamena fatta di amnio, scritta con il sangue, dove veniva descritto un incantesimo del dio Isten che prometteva lunga vita, protezione e salute.
Da quel momento Erzsébet non si separerà mai dalla pergamena.

Con il trasferimento nel castello di Sarvar, si ebbe la trasf...

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Comments: 1 | Views: 157Last Post by: marisere (17/11/2013, 16:47)
 

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view post Posted on 11/7/2011, 22:01 by: Alexandra Stempford©Quota ~
Questo, è Charles J. Whitman.

Biondino, faccia da bravo ragazzo, classico ragazzo americano.
Cos'ha di strano, cos'ha fatto di strano Charles Whitman?
Niente. Un giorno è solo impazzito.

Charles Whitman nasce il 24 giugno 1941 a Lake Worth, in Florida: fin da bambino viene addestato ad usare le armi.
Il padre, cattolico convinto, era fin troppo rigido: picchiava la moglie (che divorzierà da lui nel 1966 e si trasferì in Texas), costringeva i figli a giocare con le armi, a sparare, a tenere delle pistoli personali già dalla tenera età.
Il 6 luglio 1959, Charles è grande e decide di arruolarsi nel corpo dei Marines, sembra contro il volere del padre, e riesce ad arrivare alla carica di Eagle scout, un GPA... in poche parole, un tiratore scelto.

Il 15 settembre 1961, Whitman viene congedato e così, decide di iscriversi all'università, in Texas. I risultati non sono così brillanti come magari ci si poteva aspettare da uno come lui, il classico bravo ragazzo americano, ma comunque andava avanti. Nel frattempo coltiva le passioni per la caccia, per il karate, nelle quali riesce più che bene.
Una vita normale la sua, simile a quella di tanti ragazzi dalla faccia pulita, specialmente in America.

Nell'agosto 1962, Whitman si sposa: con la giovane Kathleen Frances Leissner, compagna dello stesso Ateneo. Sceglie, per il bene della moglie e della futura famiglia, di tornare nell'esercito e stavolta in North Carolina, dove si trasferisce con la giovane sposa: qui, Whitman riesce anche a fare carriera. Diventa caporale marines, ma successivamente a causa dei suoi vizi, venne condannato a 30 giorni di carcere, 90 di lavori forzati e il degrado a soldato semplice. I suoi vizi? il gioco d'azzardo, il possesso di armi personali... ma una cosa non era per vizio.... l'aggressione ai danni di un collega, di cerco non era un vizio, ma solo il primo passo in un percorso che avrebbe portato il nostro bravo ragazzo americano alla morte.

Nel dicembre 1964, Charles Whitman viene congedato con onore e l'ormai uomo, decide di frequentare nuovamente l'università del Texas, svolgendo contemporaneamente vari alvori saltuari che gli permettevano di mantenere la modesta famiglia messa su.
In quello stesso periodo, cominciarono dei frequenti mal di testa, delle cefalee che si protraevano sempre per più giorni, immobilizzando l'uomo e bloccandolo dal vivere tranquillamente la propria vita: Whitman cercava di tenere a bada le cefalee con le anfetamine, ma i mal di testa si manifestavano sempre più spesso e con durata sempre più alta.
Nel 1966, la madre chiede il divorzio e si trasferisce con lui ad Austin.

E' il 1° agosto 1966. Siamo in Texas, a Austin, in casa dell'ex caporale Charles Whitman.
E' mezzanotte in punto.
In quella villetta modesta, ci sono lui, la moglie Kathle...

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Comments: 2 | Views: 239Last Post by: Alexandra Stempford© (27/2/2012, 12:59)
 

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view post Posted on 11/7/2011, 21:58 by: Alexandra Stempford©Quota ~
Questo è il "tenero" orsacchiottone di cui vorrei parlare oggi.
Jeffrey Dahmer, soprannominato "il mostro di Milwaukee".

Jeffrey nasce il 21 maggio 1960, in Wisconsin. La sua famiglia è benestante, economicamente sono apposto, ma il marcio è dentro: avete presente quelle famiglie americane tutte chiesa, giardino, grigliata di cinghialotto in giardino con tutti i bambini che giocano nelle "gabbie" di plastica con It il clown che anima il pomeriggio? Eccola la. La classica famiglia alla Desperate Housewives.
L'apparenza mostra una famiglia felice, cristiana cattolica, credente sopratutto, sempre molto curati nella casa e nell'abbigliamento, con figli che crescono benissimo.
Jeffrey Dahmer nasce qui.
Ovviamente è tutta facciata. I genitori discutono, litigano, a volte si picchiano e Jeffrey cresce guardando loro due: un padre succube, una madre tossicomane alcolizzata. La donna, durante la gravidanza, arrivò a prendere 26 pillole al giorno.
Nonostante il divorzio fosse l'unica soluzione per far crescere il bambino, in un ambiente sereno, almeno per quello che si poteva, Jeffrey vive malissimo la separazione dei suoi genitori, complice anche il periodo orribile che stava vivendo: in quel momento della sua vita, Jeffrey Dahmer venne molestato, sessualmente, dal vicino di casa, e nessuno se ne rese conto.

Durante l'adolescenza, precisamente a 13 anni, Jeffrey capisce di essere omosessuale e in questo periodo di incubazione, iniziano le fantasie sul rapporti violenti con degli uomini. A 16, ha il primo rapporto sessuale e da quel momento, quelle che prima erano solo fantasie, diventano veri e propri desideri: la mente inizia a far uscire la vera natura di Jeffrey Dahmer, il mostro/cannibale di Milwaukee. Desidera compire un uomo con un manganello, colpirlo e colpirlo ancora, fino ad ucciderlo, e poi abudare del cadavere.
Dahmer, ha una passione: gli animali.
Tutti l'avevamo, più o meno: a me piacciono i gatti, a voi i cani, i canarini, i criceti, un serpente di non so dove...
.... ma a Jeffrey Dahmer non piacciono gli animali...vivi. Li cattura, li tortura, li uccide, li scioglie nell'acido.
Questo, per un ragazzino di 14/15 anni è... direi, folle.

Jeffrey ha 18 anni, non vive più dai suoi: lo hanno fatto impazzire.
Vive da solo, in un piccolo appartamentino. Jeffrey è alcolizzato, come sua madre, represso, come suo padre, e si droga.... come ha scelto per sè stesso.

Sta percorrendo la strada che porta al suo bar preferito, è il 1978.
Jeffrey Dahmer incontra per strada Steven Hicks, diciannovenne che fa allegramente l'autostop (questo è uno dei motivi per non farlo xD), e dopo qualche bevuta lo convince ad andare a casa sua.
Steven Hicks viene ucciso a sprangate, soffocato, smembrato e alle 3 di notte è ormai.... diciamo spezzatino. Jeffrey met...

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Comments: 0 | Views: 173Last Post by: Alexandra Stempford© (11/7/2011, 21:58)
 

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