| Antonella Di Veroli è sicuramente un punto interrogativo nella storia dei casi insoluti degli ultimi anni: sembra un po' un giallo di Alfred Hitchcock, con delle venature all'Agatha Christie. Quello che più spaventa però, è il silenzio nel quale questo terribile delitto si è svolto, e nel quale continua ad essere vissuto tutt'oggi.
Antonella ha 47 anni, è una donna sola, nel senso che non ha un compagno nella sua vita: vive in un appartamento in via Domenico Oliva 8, interno 2B, nel quartiere Talenti, a nord di Roma. Lavora in uno studio commercialistico, è brava nel suo lavoro, è precisa puntuale rispettabile. Nella vita privata, Antonella mostra tutta la solitudine del mondo: è sola, non è ne bella, nè appariscente, forse la cosa le pesa e non poco. Inoltre ha un carattere complesso, è dura, intransigente, tutta d'un pezzo. Allo stesso tempo, è molto chiusa, riservata, difficilmente si ferma a parlare con i vicini, che diranno dopo la morte di quante siano state poche, numericamente parlando, le volte in cui parlarono direttamente con lei. Nonostante la sua riservatezza, Antonella è gentile, cortese, i suoi vicini la ricordano anche per questo. Un altro tratto importante di Antonella, è sicuramente la sua precisione: è metodica, schematica, quasi ripetitiva fino alla noia. Una di quelle persone che la sera posano i gioielli sempre nello stesso punto, le pantofole nello stesso punto, la vestaglia in fondo al letto. Altro aspetto che sembra emergere da chi la frequentava per lavoro, era l'ambizione: voleva guadagnare di piu, oppure era una conseguenza del carattere. Chissà. Da cosa emerge la solitudine di Antonella? E' dura, forte, autonoma, cosa la spaventa? Niente o forse tutto, ma Antonella, nel dubbio e pur non abitando al piano terra, ha fatto sbarrare tutte le finestra e la porta è una di quelle blindate, con doppia serratura a scatto.
La scomparsa Antonella è abitudinaria, a studio alle 9.00, a casa alle 19.30: affida l'auto al parcheggiatore del palazzo, sale a casa e il giorno dopo ricomincia, anche il sabato. La domenica invece, va a casa dei parenti e amici e torna nel pomeriggio. Anche il 10 aprile 1994 è andata da un amica, fuori città, e anche quella domenica è tornata nel pomeriggio, tardo pomeriggio. Alle 20.30, Antonella imbocca la stradina del parcheggio, affida le chiavi al parcheggiatore, sale a casa, chiude la porta dietro di sè e la chiude a chiave. Fa delle telefonate Antonella, dalle 21.30 fino alle 23.00 circa, poi il nulla. Antonella di Veroli scompare. Tra le mura di casa sua, chiusa a chiave con le sbarre al muro, svanisce come in un racconto giallo.
L'11 aprile, i suoi colleghi l'aspettavano a studio come sempre, puntuale, alle 9.00. Ma Antone...Read the whole post... |
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